giovedì 10 giugno 2010

SUB LOST: the show only real when shared…

Lost è stata una serie innovativa sotto tanti punti di vista.

Uno dei più significativi è legato alle sue molteplici possibilità di fruizione. Tanto per rimanere alle principali: in diretta/differita/replica tv (satellitare e non), in streaming, in versione file video reperibile nei modi più diversi dalla rete (ma per lo più via p2p, ovvero file-sharing).

Gli stessi tempi di “visione/sincronizzazione” degli spettatori di varie piattaforme con la trama sono poi un aspetto tutto da sviscerare (dedicato a chi lo “spoiler” lo cercava qualche lustro fa solo come appendìce aerodinamica…).

Io vorrei soffermarmi invece su un’altra interessante questione: “il piatto di Lost” va servito in lingua originale, doppiato o con sottotitoli? Questione di gusti e di possibilità di accessus, mi direte! Sì, va bene, ma che dire di sottotitoli che hanno raggiunto il loro apice con più di un poetico congedo, più o meno citazionista (l’ultimo “Ci siamo… Nessun uomo è un’isola…” sembra muoversi tra John Donne e Thomas Merton) in diversi finali di stagione?

Oltretutto anche il sottotitolo, nelle diverse piattaforme, è soggetto ad una varietà di forme (letterale, riassuntivo, soggetto o meno a una o più revisioni).

Ringraziando, pubblicamente le varie èquipe di indomiti e “squattrinati” traduttori che hanno permesso in tempi record a milioni di spettatori di rimanere in pari con la Serie, mi chiedo quale valore (aggiunto) abbia avuto per molti di noi non avvezzi alla recitazione in lingua originale (anche per chi padroneggia “l’anglosassone”) seguire in tal modo la Serie.

La fruizione di Lost mi sembra confermarsi, sotto tale aspetto, realmente cooperativa, integrando anche con questo originale e imperdibile apporto dei "sottotitolatori" (che ci hanno regalato ulteriori emozioni con nick-names che più “pop” non si può) l’idea già medievale che un’opera appartiene ad una collettività: Lost è patrimonio e contributo di tutti, fin nei minimi ma non trascurabili aspetti.

Come in un grande casting, ognuno di noi finisce per ricevere la propria particina…

[…] DICONO CHE NESSUN UOMO SIA UN'ISOLA, MA NOI TUTTI INSIEME PER QUESTO FANTASTICO VIAGGIO, LO SIAMO STATI. GRAZIE. E PER L'ULTIMA VOLTA... (mentre l'occhio di jack morente si chiude) LOST.


4 commenti:

  1. "il piatto di Lost” va servito in lingua originale, doppiato o con sottotitoli?"

    Rispondo alla domanda.

    Originale per quanto riguarda le puntate che non prevedano la presenza di Sawyer!

    Originale con sottotitoli per quanto riguarda le puntate che prevedano la presenza di Sawyer!
    (altrimenti, avrei perso metà dei dialoghi ... data la particolarità della "parlata")

    Boutade a parte, con o senza sottotitoli, per me è fondamentale ascoltarli in lingua originale.
    Sentire la loro voce.

    Il doppiaggio (e la scuola italiana è un gran scuola!) è, nelle serie televisive, problematico.
    Lo stesso doppiatore presta la voce a più intepreti.
    Vi faccio un esempio. Durante la terza visione di "The End", ho guardato 5 minuti, dell'episodio, in versione doppiata.

    Parla Hurley e ... ma è Saltavia!
    Saltavia è un personaggio di "In giro per la giungla" un cartone animato della Disney (lo guarda mia figlia! non vi fate strane idee ... eh eh eh).
    Saltavia è una lepre gialla. Al posto delle zampe ha quattro ruote.
    Così guardavo l'episodio e Hurley mi appariva trasfigurato! Una grossa lepre gialla,con quattro ruote, in giro per la giungla dell'isola e avente il faccione di Hurley (che negli ultimi, a ben vedere, ricordava in modo impressionante John Belushi!)
    Arghhh!

    La persona accanto a me invece vedeva Hurley trasfigurato nel defunto dottor George O'Malley di Grey's Anatomy (in tal caso, trattandosi di defunto e data la rivelazione finale, la trasfigurazione era in tema!)

    La voce è fondamentale, è caratteristica di una persona. Se la stessa voce però caratterizza innumerevoli personaggi ...

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  2. per quanto mi riguarda, penso che chi ha visto Lost solo doppiato in italiano non ha mai visto Lost.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. brunella, hai ragione!
    A tal proposito mi vengono in mente due "casi".

    Il primo riguarda il "sottotitolare".
    Credo che i sottotitoli, dei benemeriti indomiti e “squattrinati” traduttori, pur con eventuali errori (nessuno è perfetto!), abbiano l'innegabile pregio di aver reso una traduzione, quasi del tutto, fedele. Soprattutto per quanto riguarda le frasi colorite.
    Il marchio di fabbrica di Sawyer è "son of a bitch".

    La prima puntata di Lost, trasmessa da Sky (a meno di 24 ore dalla messa in onda americana) in lingua originale e sottotitolata, è stata Recon.
    Quell'episodio si apriva proprio con un bel "son of a bitch". Guardo i sottotitoli e ... anzichè leggere un bel "figlio di puttana" cosa vedo? un bel "accidenti".
    La mano del morigerato "sottotitolatore" ha praticamente "strangolato" il personaggio ... tanto valeva fargli dire "perdindirindina"!!!

    L'altro espisodio riguarda l'incapacità di rendere, in lingua italiana, parte di una conversazione.
    Nei già citati 5 minuti dell'episodio "The End", il dialogo tra Kate e Desmond è "monco". Manca un riferimento importante. Quello del pastore cristiano.

    KATE: Who died?
    DESMOND: A man named Christian Shephard.
    KATE [chuckling]: Christian Shephard? Seriously?
    DESMOND: Seriously.
    In lingua originale il tutto è basato sul gioco di parole.

    nella versione italiana italiana
    KATE: Chi è morto?
    DESMOND: Un uomo di nome Christian Shephard.
    KATE [ridacchiando]: Christian Shephard? Sul serio?
    DESMOND: Sul serio.

    Ora per dare il senso a quel ridacchiare di Kate, avrebbero potuto farle dire "come "pastore cristiano"? sul serio?"
    In tal modo non si capisce perchè, Kate, rida nel sentire menzionare il nome di Christian Shephard.
    La scena ha perso completamente di senso.

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