venerdì 11 giugno 2010

Lost e l’età anarchica

Gian Battista Vico postulava tre fasi della cultura e della civiltà occidentale: teocratica, aristocratica e democratica. La terza fase sarebbe stata seguìta da un’età caotica (o anarchica), la quale avrebbe dato origine a una nuova età teocratica.


Harold Bloom riprende questa schematizzazione per interpretare la storia della scrittura occidentale. L’intero ciclo della scrittura occidentale rappresenta quello che lui chiama il canone occidentale. Il canone occidentale consiste propriamente nell’aspirazione di ciascuna opera a essere eccezione nel confrontarsi con la grandezza. Ci sono poi due tipi di opere canoniche; il primo è costituito da quel tipo di opere che restano una singolarità che mai assimiliamo del tutto; il secondo è costituito da quelle opere delle cui idiosincrasie restiamo schiavi.


A nessuno fa piacere sentirsi dire di competere con Dante o con Shakespeare, eppure, probabilmente, fu questa lotta per la grandezza a spingere Joyce a scrivere il Finnegans Wake, il quale - assieme a Proust, Freud, Kafka e altri - inaugura l’età anarchica. Non può esserci scrittura canonica senza un condizionamento difficile da digerire e di fronte cui aspirare all’eccezione. La tradizione non è solo qualcosa che si tramanda, ma anche un conflitto tra passato e futuro, tra ciò che si eredita e aspirazione alla sopravvivenza, la cui posta in gioco è l’inclusione nel canone occidentale. Il minimo comune denominatore del canone occidentale è il rapporto nevrotico con la grandezza, tra mitizzazione e annientamento. Dopo Dante e Shakespeare, non ci sono quasi figure che si liberano dall’ansia della grandezza; perché la grandezza riconosce la grandezza e da essa è annebbiata.


Personalmente, concepisco Lost come un fenomeno non soltanto televisivo, ma di scrittura. Che sia elitario o meno in questo contesto non m’interessa. Nè m’interessa il rapporto tra scienza, filosofia e teologia. Penso che faccia parte del canone occidentale nella sua fase anarchica. Come il Finnegans Wake di Joyce, Lost è smontabile e fa un uso serio-comico del ciclo di cui esso stesso fa parte. Ne è segno la banalità televisiva e la pseudocultura del web in cui è inevitabilmente collocato. Gli autori di Lost non hanno scelto i loro precursori, ne sono stati scelti. Hanno avuto però l’intelligenza di considerarli con-posti, e quindi scomponibili.


3 commenti:

  1. PAROLE IN ANARCHIA - Aldo Grasso (Corriere della Sera di oggi sabato 12 giugno 2010) circa il copiare nella scrittura autoriale:

    " [...] Alzi la mano chi non ha mai copiato: questa nostra società variamente descritta e giustificata, come postmoderna, neobarocca, 'copia e incolla', virtuale, vive sostanzialmente della citazione. Buona parte della cultura pop, dai libri alle canzoni, è tutta un blob. La citazione è insieme lo strumento e la nota dominante della società della sostituzione [...] "

    Non si parla di Lost ma di Luttazzi, perciò mi scuso se propongo un estratto da ricontestualizzare opportunamente, ma trovo molto significativo che anche Lost segua queste tracce di scrittura.

    "[...] in un'epoca dove tutto è già stato detto e visto non ci resta che procedere nella combinazione di nuove figure, assemblando spezzoni di frasi e sequenze [...] Uno degli aspetti più seducenti della moderna storia delle idee è la loro perenne mobilità, la loro incessante trasformazione [...]"

    L'importante è non "trasformare la citazione in stornamento" o "plagiare a solo scopo commerciale". In questo la scrittura di Lost penso si sia mostrata abbastanza alta da non scadere.
    Vedersi poi "spalancare le porte del canone occidentale", entrare nella "Walk of fame" della scrittura autoriale è un passo ulteriore, che - come ho già avuto modo di esporre e argomentare - mi fa pensare e scrivere con cautela.
    Per dirla con Lost, Lost a entrare nel canone lo si può considerare... CANDIDATO!
    Vediamo un po' come andrà a finire anche quest'altra storia...

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  2. raymond, la prossima volta invece di chiamare il blog "fisica e filosofia in lost", per essere meno elitari, lo chiameremo "grammatica di base in lost" ;)

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