mercoledì 4 agosto 2021

2004 - 2010 - 2021 - Continuano e si accelerano le tappe del nostro viaggio nel tempo

La recente uscita al cinema di “Old” per la regia di M. Night Shyamalan non può certo lasciare indifferenti i lettori della Lavagna. Perché? Cercherò di spiegarlo (brevemente) a partire da tre essenziali (ma corpose) premesse.


1) Trama e note su regia e cast di “Old” - Tredici persone si ritrovano (solo in apparenza casualmente) su una misteriosa spiaggia per trascorrere le loro vacanze. Ben presto, però, nell’isola si manifesta qualcosa di innaturale che fa sì che qualsiasi forma di vita invecchi rapidamente.

Il regista è anche il sceneggiatore del film, film che prende il la da “Sandcastle”, la graphic novel creata dalla penna di Pierre Oscar Levy e di Frederik Peeters.

Shyamalan traspone fedelmente la vicenda sul grande schermo nel cuore del film, apportando con la propria inventiva i necessari adattamenti nella premessa e nel finale, dando così una propria precisa cifra (un'analisi ironica, critica e profondamente filosofica della società, intuendone la "medicalizzazione" e la "de-presentificazione" ben prima del Covid come spiega bene Roy Menarini) a tutta la vicenda.

“Old” vede come protagonisti Gael Garcia Bernal (star di Mozart in the Jungle), Vicky Krieps (protagonista de Il filo nascosto), Alex Wolff, Thomasin McKenzie, Eliza Scanlen, Rufus Sewell, Embeth Davidtz, Aaron Pierre, Abbey Lee, Nikki Amuka-Bird, Emun Elliott e Ken Leung (il Miles Straume di Lost) ed è prodotto dallo stesso Shyamalan.


2) Il cinema di Shyamalan, un cinema sempre meno capito perché sempre più confrontato solo con i gusti del pubblico – Il noto regista ha da anni la possibilità di girare i suoi film sceneggiandoli e producendoli da sé e crede fortemente nel registro fiabesco per veicolare i suoi personali e sempre più incompresi o forse poco apprezzati/condivisi messaggi sulle prospettive del nostro mondo attuale. Questo fa sì che una fetta crescente del pubblico si sia legato indissolubilmente ai capolavori del passato, vivendo con insofferenza la libertà e la creatività che il regista si è sempre di più ritagliato.

Cosa aspettarsi da un film che parte come Fantasy Island e man mano che procede assimila in sé deboli eco dei momenti meno convincenti di Lost? Probabilmente nulla di buono, ma a scrivere e dirigere Old c’è, uno al quale il beneficio del dubbio viene sempre concesso anche nel momento in cui si è consapevoli che il suo genio è stato spesso controbilanciato da scelte cinematografiche di dubbio gusto […] The Visit e soprattutto il successivo Split fanno però nuovamente ben sperare che quella macchina oliatissima fedele al credo di un horror da briciole di pane disseminate possa realmente tornare ai fasti di un tempo. Glass e il suo (forzato) universo narrativo scricchiola ed è un nì, chiuso nei riverberi di un passato che adombra il presente e che con Old fa cadere nuovamente nello sconforto chi sperava un ritorno ai vecchi fasti.

http://www.anonimacinefili.it/2021/07/21/old-shyamalan-spiegazione-significato-finale/


3) Non tutto va letto in chiave Covid, d’accordo. Ma l’ultimo film di M. Night Shyamalan, piaccia o no, ci rimette di fronte al loop che abbiamo vissuto per un anno (anzi, due). E in cui siamo dentro ancora - (Mattia Carzaniga)

La pandemia ha fortemente complicato la lavorazione del film, per cui molte delle critiche sul valore strettamente cinematografico non sono campate per aria, a partire dalla direzione degli attori, ma sicuramente ha impresso alla pellicola un surplus di valore di significato (semantico) non trascurabile: basti solo pensare a come Shyamalan lavora sui bambini, privati dell'infanzia e costretti a crescere in un tempo a cui non è quasi più possibile dare un valore. Molto bello, a mio parere, il modo in cui l’amicizia tra bambini, rivesta un ruolo chiave nel film, in quanto fonte di salvezza.

Ci sono infine (disseminati qua e là ma facilmente riconoscibili) una serie di pseudo/para “easter egg” molto gustosi dedicati al cinema (il quiz cinematografico delirante, il binocolo e l’improvvisa apparizione del “regista”... che a Faramir potrebbe anche ricordare qualcos’altro di molto misterioso legato a una vecchia foto) e al Covid (il dottore del quale è bene non fidarsi, il medicinale dal nome doppio) che danno al film uno spessore ironico importante per controbilanciare la tensione horror.


In breve, quindi, consiglio “Old” ai lettori della Lavagna perché i temi trattati nel film sono molto vicini a quelli di "Lost" e ne sono quasi una naturale evoluzione/aggiornamento alla luce della recente pandemia, con tanto di esplicita e trasparentissima citazione proprio all’inizio del disvelamento finale.

In conclusione, vedere questo film, che come "Lost" sa giostrare sui personaggi e sul loro vissuto, sa giocare (certamente non sempre in modo perfetto) con gli stessi elementi fondamentali (la spiaggia, la fuga, il tempo, la necessità/difficoltà/impossibilità di cooperare) non può che ridarci fiducia in quello che in fin dei conti cerchiamo su questa Lavagna nelle note di chi scrive e nell’affetto di chi legge: la bellezza di raccontare un presente sempre più incomprensibile (o forse non accettato), cercando magari una nuova epica e una nuova mitologia attraverso storie come quella di "Lost" o di "Old" che, pur tra mille imperfezioni e approssimazioni, sappiano cogliere e dare emozione e voce (per i più ottimisti anche senso) al nostro smarrimento nel nostro quotidiano viaggio nel tempo.


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