mercoledì 2 giugno 2010

Gruppo di controllo: quaderni dal sottosuolo

I fans di Lost hanno riempito il quaderno-web (un po' come noi riempiamo la Lavagna di Faraday) con le loro osservazioni: facciamo in modo che il tubo pneumatico della stazione Dharma non posti verso il Nulla...

Senza "togliere luce" ai post precedenti, con i quali vi invito a interagire, ho “spigolato” qua e là per voi, un po' come per le mie precedenti note di orientamento, alcune interessanti questioni.

Ve l'avevamo detto! (firmato: il Gatto e la Volpe) E' gioco-forza in questi giorni di congedo da Lost capire da quanto esisteva un finale. Grazie a Marco Romandini ho focalizzato che, mentre gli spettatori aspettano ben presto al varco gli autori con domande e forti attese, ai produttori non interessa poi tanto sapere come finisce una serie. I produttori, quelli che ci mettono i danèe, si muovono quando una puntata pilota funziona, sperando che poi ci sia abbastanza materiale per portarla avanti. Perciò liberiamoci, a mio avviso, dal pensiero che tutto fosse già definito, ma accontentiamoci, senza troppe polemiche “lunghe dieci minuti”, di accettare la bozza di idee all'origine.

E' altamente improbabile, infatti, che un autore seriale di telefilm presenti subito il suo finale. Quando i produttori di Twin Peaks finirono i soldi, indussero il grandissimo David Lynch ad affrettare una exit strategy, tanto che la conclusione della vicenda lasciò l’amaro in bocca ai più. A Lost, per fortuna, non è toccata questa sorte...

E' un film, e non un serial, ad aver bisogno, per essere valutato, di una conclusione più o meno compiuta. Romandini, infine, consiglia di leggere, a proposito della storia di Twin Peaks, Tennis, Tv, trigonometria, tornado (e altre cose divertenti che non farò mai più) del compianto scrittore David Foster Wallace, che visitò il set lynchano di Lost Highway.

Poche idee, ma... confuse Grazie a Botta, come ha sempre sostenuto anche Alda Merini, ho avuto conferma che quando qualcuno ha le idee confuse finisce per inventare dei discorsi, spacciandoli per veri. Un'isola, dei naufraghi, un aereo, una stazione scientifica – butto lì quattro elementi, tanto per gradire - sono ingredienti con i quali - abbiamo visto - si possono costruire le teorie più disparate.

Invece, chiarire le idee, ricostruire attendibili citazioni e operare collegamenti inter-testuali è un altro paio di maniche.

MyLost Grazie a Sorry ho capito quanto ci si possa appassionare a questa Serie, perché capace di toccare con delicatezza e profondità vicende personali, quali possono essere un grave lutto o un forzato addio, nella speranza che prima o poi tutti noi ci ritroveremo con le persone amate. In tal modo lo spettatore, quando si toccano queste e altre corde così universali, finisce per vivere il suo Lost… e per scrivere il suo finale.

Siamo così sicuri di voler “sparare addosso ai pianisti”, insomma agli Autori, quando sostengono di voler concedere ai fans tale spazio di sogno (!) personale?

Dieci minuti Di assoluto rilievo, infine, che tanti (anche sulla nostra Lavagna) scrivano solo ora per la prima volta, sottolineando molto un aspetto, forse il più condiviso dei tanto laceranti dieci minuti finali: il cerchio si chiude solo quando i protagonisti sono pronti ad accettare la propria morte e hanno assolto i propri compiti. Solo allora passano oltre. Quando Jack sarà diventato, anche lui a tutti gli effetti, uno Shepard, ovvero un Pastore, il ritrovato padre gli spiegherà come stanno le cose, ricordandogli che bisogna portare a termine il proprio compito per avere le risposte, perché l'isola possa finire il suo tempo (... perduto).

In tal senso, non è sembrato ai più un finale deludente quello di Lost, anche perché ci sono film e telefilm a bizzeffe - per non non parlare di libri (vedere i Lostbooks curati da Faramir) - basati su legami con la vita terrena, che si spezzano solo quando i cari estinti non hanno più “questioni in sospeso”. E così “il paradiso può attendere” per Ben (il perdonato che non si perdona), probabilmente per Michael (ancora imprigionato in un sussurrante mondo di dantesca memoria), certamente per Ana Lucia (forse ancora preda di pulsioni assai terrene, quali il danaro), magari con Mr. Eko (ingiustamente non contemplato nella chiesa) che ha forse già risolto con la confessione e la fede le sue pendenze, senza bisogno di passaggi intermedi.

Continuiamo l'esplorazione dei tanti scenari che l'Isola ci ha regalato... attrazione fatale!


2 commenti:

  1. Beato Jack e gli altri in quella chiesa, loro sono riusciti ad andare avanti, io resto qui a guardare e riguardare quei famosi 10 minuti senza riuscire a credere che sia finita..la serie.
    Forse perchè in fondo non è finita, forse per me finirà quando deciderò che gli interrogativi rimasti in sospeso non sono poi così interessanti, forse quando mi convincerò che nelle puntate delle scorse serie non c'era nulla di nascosto che solo ora posso capire, forse solo allora potrò passare oltre.
    E non sparerei mai agli autori, anzi li ringrazio proprio per non aver messo una fine.

    RispondiElimina
  2. quando iniziamo a riempire i quaderni???

    io sono qui, voi dove siete???

    RispondiElimina

Lettori fissi