giovedì 22 aprile 2010

Lost horizon

Here we go. Eccoci. Ora ci siamo ... abbiamo incontrato il punto di non ritorno. The end of the world o the beginning of everything? Da questo momento, qualcosiasi cosa accada - che sia una fine o forse un nuovo inizio - stiamo per vedere quell'orizzonte, perso sin dal principio della serie.
Durante il percorso abbiamo incontrato più di una siepe "che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude" . Stiamo per oltrepassare l'ultima siepe.

Tutto ha inizio con un aereo.
Il pilota è stato sostituito all'ultimo momento. Ma questo i passeggeri non lo sanno. Sono convinti di volare verso una direzione ed invece vanno verso un'altra. L'aereo si spezza, in volo, e i passeggeri atterrano in un'area apparentemente inesplorata. Inspiegabilmente certe regole, del mondo ai quali i passeggeri sono abituati, non valgono in questo luogo. Tra di loro c'è anche una donna malata, molto malata. In questo luogo il suo male è andato via. Inizialmente i passaggeri desiderano ritornare alla civiltà ma, in qualcuno, comincia a prendere vita il desiderio di rimanere in questo luogo misterioso.
In questa isola, estranea al mondo, vivono da tempo alcune persone. Descrivono la loro società come un oasi di felicità. Una sorta di Shambhala. A capo di questa società c'è un misterioso uomo. Vive in questo luogo da moltissimo tempo. Ne è il custode, il suo compito è quello di preservare l'integrità di questa isola felice. Ma sente che si sta avvicinando la sua fine. Deve trovare qualcuno che continui la sua opera. Ha bisogno di un sostituto. Questo misterioso uomo rivelerà, in seguito, che l'areo non è caduto casualmente in quel luogo. Non è stato un incidente. Tutto era stato pianificato perchè, il misterioso uomo, potesse - tra i passaggeri dell'aereo - trovare un degno sostituto. Tra i vari candidati il misterioso uomo individua il suo sostituto. Ma il cosiddetto sostituto non sembra comprendere l'importanza di quel ruolo. Alcuni sostengono che tutta questa faccenda, "il proteggere" questo luogo, sia una bugia, una storia senza senso. E così alcuni, compreso colui che in teoria dovrebbe essere il primo a voler restare, se ne vanno. Non è stato facile allontanarsi da quel luogo e, contrariamente a quanto ipotizzato, la vita fuori da quel luogo non è affatto bella. Anzi. Qualcuno tra di loro si convincerà del fatto che, per porre fine a questo incubo, la miglior via sia quella del suicidio. Poi arriva il ravvedimento. E colui che in principio non aveva voluto credere all'importanza di quell'isola felice, decide che deve assolutamente tornare indietro. Non sarà facile tornare indietro. Vedremo scintillare i suoi occhi quando rivedrà all'orizzonte quel luogo ... deciderà finalmente di accettare il suo ruolo?

Frank Capra non lo rivela. Fine della storia. Lascia aperto il finale. Spetterà al pubblico decidere. Sì, fine della storia ... perchè la storia che vi ho appena raccontato è la trama di Lost Horizon, un film tratto da un omonimo romanzo. E' del 1937, la regia è appunto di Frank Capra.

"Rien ne se perd, rien ne se crée, tout se transforme". E' innegabile che Lost abbia attinto da più fonti il canovaccio della propria trama ma ... è altrettanto innegabile tributare quanto abbia saputo trasformare, arricchire, potenziare, intrecciare quelle fonti!!!
Più volte abbiamo definito, Lost, mito contemporaneo. Il mito "è dunque sempre il racconto di una "creazione": si narra come qualcosa è stato prodotto, come ha cominciato a essere" .
Ma, come spesso accade, troviamo miti simili in differenti culture. La differenza risiede nella narrazione. Così anche in Lost. La narrazione degli eventi, durante queste stagioni, ha ricordato - a molti di noi - letture, film, racconti già esplorati. Prendiamo ad esempio le recenti vicissitudini, isolane, di Desmond. Quelle legate al pozzo. Il pozzo che molti conoscono è quello legato alla leggenda di San Patrizio. Una leggenda famosa e molto conosciuta. Si parla di un pozzo, profondissimo, al termine del quale vi sarebbero state delle porte su un altro mondo. La leggenda narra che questo pozzo fosse situato su una piccola isola.

Quindi, in teoria, nihil novi sub sole. Ma non è così. L'utilizzo di un determinato elemento, già noto, fornisce allo spettatore (attento) una ulteriore chiave interpretativa. Instilla nello spettatore un dubbio, il dubbio che quel dato elemento sottintenda molto di più.
Sempre in tema di pozzo, questo elemento richiama alla mente anche il racconto "Il pozzo e il pendolo" di Edgar Allan Poe. Desmond appare, per alcuni tratti, come il protagonista del sopracitato racconto. Per sfuggire alla sorte che un pendolo vorrebbe presentargli, finirà all'interno di un pozzo. Sembra una fine ma, in realtà, il precipitare dentro al pozzo si rivelerà essere la salvezza. Così almeno accade nel racconto. Stessa sorte di salvezza anche per Desmond? Lo vedremo prossimamente ma credo che la risposta sia: sì.
Anche in questo caso niente di nuovo sotto il sole ma ... comprendiamo, tramite l'elemento conosciuto (il racconto), che il pendolo e il pozzo in realtà rappresentano un passaggio obbligato per la salvezza di tutto quanto sia caro a Desmond.

Per quale motivo ho voluto raccontarvi tutto ciò? Perchè questo è ciò che Lost mi ha dato in questi anni. Tante, innumerevoli scatole cinesi da aprire, sapendo che - di volta in volta - avrei trovato sempre una scatola più piccola ... sì piccola ma così carica di preziose informazioni! Perchè la narrazione è sempre stata doppia. Storia dentro la storia. Anche le più piccole informazioni, (livello basso), erano necessarie per comprendere l'intera storia cornice (livello alto) che le racchiudeva.
Here we go. Ci siamo. Stiamo per vedere l'orizzonte. Le poche puntate che ci separano da questa vista saranno per me ... un sofferto e lunghissimo addio ...

6 commenti:

  1. CARTOLINE DALL’ISOLA

    Anche a me Lost ha dato tanto: prima di tutto la possibilità di conoscere molte persone, insieme poi a quella di ritrovare molti amici... con la scusa di parlare dei misteri e delle vicende dell’Isola!
    E così, parlando d‘altro (…e di Altri) parliamo di noi delle nostre passioni, dei nostri idoli, delle nostre teorie, del nostro modo di vedere il mondo, seppur quello insolito e indecifrabile di Lost.
    Insomma, un po’ come “i nostri eroi” un incidente ci ha fatto diventare, nostro malgrado, compagni di viaggio e di “dharmici” incontri. Anche noi abbiamo avuto i nostri reclutamenti, i nostri leaders, i nostri piani e protocolli. L’alto valore metaforico e metanarrativo - così ben ripreso e tratteggiato da Virginia - è forse la grande scatola nominata da Ben (“Picture a large large box…”).

    Ciò che più mi ha affascinato dell’Isola è il suo essere/sembrare simile ad un ingranaggio preciso (pensiamo all’ingranaggio nel sottosuolo girato da Ben e da Locke, già rilevato nei primi scavi della Dharma, ma anche all’ingranaggio presente nel Faro), in una vicenda forse regolata da leggi ferree, che sembrano, a partire dai numeri (fin dall’opera di ricerca della Hanso Foundation), governare l’Isola. Ma pensiamo anche alla possibilità che non ci sia nessuna Necessità/Destino Ineluttabile e che comunque sia eventualmente possibile (che sia proprio questo il cuore della “mitica” scommessa?) cambiare tali ferree leggi, spezzare "qualcosa" grazie al Libero Arbitrio.
    Certo a detta di Jacob non è la prima volta che lui stesso “attira” candidati sull’Isola: come mai non vi ha ancora rinunciato?

    Infine...
    nel visitare un’isola c’è chi ama mandare le cartoline ricordo...
    In tal senso penso al lacrimevole dialogo tra Hugo e la madre per raccontarle dell’Isola, per cercare (come Virginia nel suo bellissimo post o come Lostpedia in un lodevole video-riassunto) di rendere conto con pochi tratti di tutta una vicenda (ma penso anche a Ben che allude a cosa farà l’Isola quando avrà finito “con tutti noi”): magari, come Carmen Reyes, non capiremo, ma spero tanto crederemo a quello che ci hanno raccontato!!

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  2. Mi permetto di segnalarvi un mio vecchio podcast, a suo tempo (ottobre 2006) realizzato per LostPod, in cui parlo del romanzo di James Hilton dal quale è tratto il film di cui parla Virginia: http://xoomer.virgilio.it/vd4ever/LB2.mp3
    Aggiungo solo che questo post mi ha commosso, come mi commuovono tutte le belle cose che stanno per finire.
    F.

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  3. CITO VIRGINIA : "..Per quale motivo ho voluto raccontarvi tutto ciò? Perchè questo è ciò che Lost mi ha dato in questi anni. Tante, innumerevoli scatole cinesi da aprire, sapendo che - di volta in volta - avrei trovato sempre una scatola più piccola ... sì piccola ma così carica di preziose informazioni! Perchè la narrazione è sempre stata doppia. Storia dentro la storia. Anche le più piccole informazioni, (livello basso), erano necessarie per comprendere l'intera storia cornice (livello alto) che le racchiudeva.
    Here we go. Ci siamo. Stiamo per vedere l'orizzonte. Le poche puntate che ci separano da questa vista saranno per me ... un sofferto e lunghissimo addio .."

    E come non essere d'accordo con te; post assolutamente commovente che mette in evidenza il percorso emotivo di qualsiasi spettatore appassionato di LOST e che precisa quello narrativo, frutto del genio degli autori.
    Complimenti Virginia, davvero complimenti!

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  4. The end si avvicina, mai come in questa puntata ho chiaramente avvertito che ormai tutto è pronto per il rush finale. Dopo 6 anni anche Lost deve necessariamente finire e, per dirla alla Jacob, "it only ends once; anything that happens before that is just progress"..ecco, già so che quel "progress" mi mancherà tanto. Lost è una serie straordinaria, dalla mille sfaccettature, capace di farmi scoprire o riscoprire temi e concetti fondamentali, troppo spesso sepolti o semplicemente dimenticati per mera pigrizia mentale. Molto probabilmente la soluzione sarà semplice e abbordabile anche da chi non ha frequentato forum tematici come noi, alla ricerca di spiegazioni a teorie complesse e comprensibili solo attraverso sforzi congiunti. Eppure è proprio questo cammino e questo sforzo di attribuzione di senso che me lo rende tanto importante, parimenti alla straordinaria occasione datami di conoscere persone che altrimenti mai avrebbero fatto parte della mia vita.
    Nella 6x12 Ben, parlando della morte di Ilana, afferma: "The Island was done with her. Makes me wonder what's gonna happen when it's done with us". Se invece di The Island avesse parlato degli autori, avrebbe chiaramente enunciata la nostra situazione quando loro avranno "finito" con noi.
    Complimenti, Virginia!

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  5. Post come al solito molto bello Virginia, il riferimento al romanzo di James Hilton, bellissimo, mi ricorda i primi lostbooks di Faramir. Ottimo anche il riferimento al pozzo di St. Patrick, una leggenda molto antica che non avevo collegato alla nostra isola. In questo momento vi confesso che una grande sadness si sta impossessando di me. Complimenti ancora!!

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