mercoledì 7 aprile 2010

Topi che costruiscono da sé il labirinto da cui si propongono di uscire

In attesa di vedere la puntata andata in onda iera sera, devo - purtroppo - tornare a parlare di detrattori. Recentemente ho scoperto che i forum/blog, di due note testate giornalistiche, si stanno giocando la carta de "l'avevamo detto prima noi". L'argomento riguarda la tiritera "non sanno più che pesci pigliare, etc. etc.".

Per aprire questo intervento ho utilizzato la frase di un famoso scrittore, Raymond Queneau. Quenau, insieme al matematico François Le Lionnais, fondò il movimento letterario OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle. In Italia, Calvino ne diventò adepto). Con littérature potentielle deve intendersi la "ricerca di nuove strutture e schemi che possano essere usati dagli scrittori nella maniera che preferiscono"

I topi, citati nel titolo di questo intervento, sono gli autori (scrittori). Autori che si prefiggono di uscire dal tracciato della narrazione classica, e per poterlo fare si addentrano in un labirinto narrativo. Semplificando, costruire una narrazione alternativa. D'avanguardia.
In tal senso, il Gatto e la Volpe, sono molto oulipiani.
Hanno stravolto le classiche regole della narrazione seriale e, come i topi di Queneau, hanno costruito un labrinto narrativo estremamente affascinante. Narrazione fondata sulla combinazione di più elementi. Narrativa combinatoria.
Calvino ipotizzava che l' opera narrativa necessitasse di una partita tra letteratura, filosofia e scienza, "un ménage à trois attraverso cui le varie discipline e le varie modalità conoscitive e di racconto si confrontassero, mettendosi in discussione a vicenda"
Lost prende alla lettera Calvino.
Gli oulipiani avevano individuato vari metodi per combinare la narrazione. Uno di questi è detto "Palla di Neve".
Lost, a mio parere, è stato combinato secondo lo schema "snowball".
Immaginate una palla di neve e fatela rotolare. La palla, ad ogni movimento, acquista maggior dimensione. Neve più neve ed ancora neve ...
La struttura di Lost è simile: dalla prima stagione abbiamo visto aggiungersi informazioni su informazioni, misteri su misteri, personaggi su personaggi e via discorrendo.
Lost è una snowball. Anche in questa stagione conclusiva, ad ogni movimento vengono aggiunte altre informazioni. Ed è ancora un crescendo ...
Tornando agli oulipiani ... non vennero compresi all'epoca. OuLiPo era un movimento di neoavanguardia e come tale non venne immediatamente recepito.
Ciò accade anche a Lost. E' un movimento, nel mare magnum delle serie televisive, d'avanguardia. Oserei dire quasi di rottura.
Le maggiori critiche, a pochi passi dalla fine, vengono mosse da coloro che, spiazzati da questa palla di neve, si aspettavano - come un fiume in piena - l'avvento di numerose risposte.
Non è così, non è il momento. La snowball sta ancora rotolando ...

3 commenti:

  1. Ed è un bene che la snowball rotoli ancora. Altrimenti, addio Lost.
    Il problema è che molti non lo capiscono... Così pensano bene di uscirsene con un bel "te l'avevo detto, io!"
    Fortunatamente, c'è anche chi lo capisce e tenta di spiegarlo agli altri, come fate voi :)

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  2. Approdato per caso su questo blog, faccio veramente i complimenti più sentiti per ogni intervento pubblicato dagli autori e anche a chi partecipa con i commenti. Ragazzi siete veramente in grado di regalare articoli di qualità degni di essere paragonati alle migliori puntate di Lost. Il tema "Topi che costruiscono da sé il labirinto da cui si propongono di uscire" lo trovo veramente calzante cosi come quello della "Snowball",
    Virginia complimenti veramente! Ho appena finito di vedere la puntata centrata su Desmond...wow senza fiato...mi sono sempre piaciute le puntate basate sul suo personaggio! Grandi...che dire...keep the Snowball rolling forever! ;)

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  3. QUANDO C'E' L'AMORE

    Rientra in scena Desmond David Hume e con lui una delle chiavi fondamentali di tutte le serie narrative, fin dai racconti epici o di creazione: l'Amore.
    E' curioso, oltretutto, che tale tema rientri prepotentemente in gioco (è lo stesso Amore che aveva spinto Desmond al “primo” indimenticabile fail-safe) proprio in una fase televisiva nella quale parte degli spettatori sembra essersi disamorata - non saprei però veramente fino a che punto - della serie o quantomeno pare avvertire sfiducia verso la sua struttura narrativa.

    Personalmente credo nella struttura narrativa, quasi indefinibile, di Lost: essa non è un cerchio, non è una linea retta o spezzata, ma è forse (ancora grazie a Virginia) una “palla di neve”.
    E se il termine “lostiano” potrebbe diventare presto, pur in un ambito settoriale come quello dei blog o della critica telefilmica, un aggettivo qualificativo per indicare - che ne so - una circostanza fortuita ma non troppo, una coincidenza esaltante ma allo stesso tempo misteriosa e quasi paranormale, non stupiamoci troppo.

    Individuare la cifra stilistica di Lost è difficile anche perché si tratta di una serie caricata fin dal suo esordio di molte aspettative, aspettative che noi stesso alimentiamo con i nostri settimanali interventi.
    Ma il Gatto e la Volpe – come simpaticamente vengono apostrofati da alcuni di noi gli Autori – hanno sempre sostenuto che lo scopo (sempre che ce ne sia uno di veramente specifico) della serie coincide con l'atto più classico della narrazione: il raccontare una storia, intrattenendo in modo intelligente (e se possibile), facendoci sentire il più possibile parte di essa.

    Ricordo ancora con viva emozione quando venne trasmesso l'episodio relativo alla registrazione dei dati di osservazione nelle stazioni Dharma.
    Un impulso istintivo mi spinse a identificare le telecamere puntate da una stazione all'altra sui Losties, in azione nella botola a spingere il bottone, con l'occhio vigile di noi spettatori.
    Non siamo forse anche noi sempre intenti a registrare ogni piccolo avvenimento, per poi postare forse nel nulla (come attraverso il tubo pneumatico del succitato episodio) le nostre “acute” osservazioni?
    Altri telefilm non mi avevano mai coinvolto a tal punto con simili intuizioni/infatuazioni; c'erano riusciti solo alcuni libri.

    Quando c'è l'Amore gli occhi e lo sguardo si aprono su visioni impreviste...

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