venerdì 1 maggio 2009

É parte do plano, meu amigo, é tudo parte do plano

All'indomani del finale di Through the looking glass, quando in molti cercavano ovunque flashforward nascosti nelle stagioni precedenti, qualcuno di noi azzardò che la scena conclusiva di Live together die alone, quella con i portoghesi che chiamano Penelope Widmore per annunciare I think we found it, potesse essere il primo, vero ff a cui avessimo inconsapevolmente assistito. La cosa fu ipotizzata senza tema di smentite, attesa l'imperscrutabilità di quel finale, ancor oggi avvolto nel mistero più fitto. L'anno dopo, notata la simmetria tra i finali della terza e della quarta stagione (con There's no place like home che riprendeva il medesimo flashforward, per completarlo e inquadrarlo nel contesto dell'esperienza off-island degli O6), qualcun altro rincarò la dose scommettendo che il finale della quinta stagione, che non dista - per chi scrive oggi - più di tre settimane, avrebbe ripreso, per analoga simmetria, la scena dei portoghesi, per contestualizzare questo flash (back? forward?) finalmente nella cornice di quanto avremmo appreso nel frattempo. Ci si spingeva addirittura a lanciare l'ipotesi che anche il finale della sesta e ultima stagione si sarebbe attenuto a questa modalità simmetrica, riprendendo il flashback finale di Exodus. Ovviamente qui cascava l'asino, in quanto le scene finali della prima stagione - a parte la botola e la zattera - riguardano l'imbarco dei passeggeri sul volo Oceanic 815 - qualcosa che non ha bisogno di inquadramenti e contestualizzazioni, qualcosa su cui pensiamo di sapere tutto, o quasi. Fino a ieri.
The variable è un episodio decisivo non tanto per le agnizioni più o meno previste tra Daniel Faraday, Eloise Hawking e Charles Widmore, non solo per aver chiarito qualche scena che attendeva collocazione (Daniel nel cantiere dell'Orchidea, oppure in lacrime davanti al notiziario del ritrovamento del finto relitto dell'815), quanto e soprattutto per lo scambio di battute tra Faraday stesso e Jack, in cui viene ipotizzato cosa succederebbe se la Stazione Cigno non venisse mai costruita, cosa che Faraday vorrebbe riuscire ad ottenere quello stesso pomeriggio: If I can, then that hatch will never be built, and your plane... your plane will land, just like it's supposed to, in Los Angeles.
La frase assume i contorni della rivelazione mitologica, se solo pensiamo a quello che sta per avvenire, qualcosa che ha sempre di più l'aspetto di una guerra tra le forze del destino e del libero arbitrio - da qualcuno di noi, ça va sans dire, intravista già un anno fa. Poco importa che il dubbio programma di Faraday venga impietosamente interrotto, come è sempre stato, da sua madre: la battaglia sta per iniziare e si svolgerà su più piani temporali, almeno i due (thirty years earlier/after) sui quali ci siamo abituati a seguire le vicende di questa stagione. Due piani che siamo sempre più convinti dovranno comunicare direttamente fra loro, come nel filmato del Dottor Pierre Chang (o come nel racconto Il mercante e il portale dell'alchimista, premio Nebula e Hugo 2008, pubblicato su Robot n. 55, il cui autore porta un nome che pare conferma indiretta della teoria, Ted Chiang). 
Un ruolo importante - probabilmente il vero ruolo di variabile, checché ne pensi il povero Daniel - lo giocherà Desmond, a cambiare qualcosa tra il 1977 e il 2007, che renda incerte le sorti della disputa. E che renda le scene dell'imbarco dei nostri sul volo Oceanic 815 un finale aperto per l'intera serie. Qui vogliamo arrivare: gli autori sostengono da sempre (lo hanno fatto anche in un recente podcast) che sanno già quale sarà la scena finale di Lost, sebbene non abbiano già sceneggiato l'episodio finale. Ora, se a questo aggiungiamo la nozione - risaputa - che il titolo originale della serie doveva essere The Circle, e se diamo per scontato che una scena finale coincidente con l'apertura dell'occhio di Jack sarebbe troppo banale, ci resta un'ipotesi quantomai lineare: l'ultima scena di Lost sarà quella dell'imbarco dei passeggeri del volo Oceanic 815, ma con lo spettatore che non sa se siano destinati a schiantarsi sull'Isola o ad atterrare serenamente a Los Angeles. Tutto ciò, in virtù degli avvenimenti della sesta stagione, che opereranno presumibilmente cambiamenti nel passato, ma senza che vi sia la certezza della vittoria dell'una o dell'altra parte - incertezza che si ripercuote logicamente sul destino del volo 815.
Perché affrettarsi a postare questa teoria, in luogo di un'analisi dell'episodio? Perché cedere ancora alla tentazione della speculazione estrema? Non è per poter dire, poi, c'eravamo arrivati prima noi! Non è per evitare plagi, attribuendo una data certa alle proprie idee. E' perché queste idee, che raramente sono esclusivamente personali e più spesso comunitarie, nella loro ricchezza e profondità, nel brivido che danno a enunciarle e discuterle e commentarle, quale che si riveli la loro fondatezza, possano non andare del tutto perdute nel tempo, come lacrime nella pioggia.

15 commenti:

  1. Mi piace questa ipotesi sul finale... Dopotutto "The variable" ha rinforzato i miei sospetti sull'esistenza di un time loop. Correggimi se sbaglio, ma considerato che Lost si rifà molto alla filosofia buddista... non era il buddismo a dire che, per raggiungere il nirvana, occorre riuscire ad uscire dal ciclo delle reincarnazioni? Sostituendo "ciclo delle reincarnazioni" con "loop temporale" quasi ci siamo :-)

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  2. A parte un certo autocompiacimento narcisistico che provo nell'ascoltare parole e frasi già sentite in altri tempi e contesti - come in un loop - mi pare che 5x14 abbia messo in scena quello che si potrebbe definire "il paradosso del nonno allo specchio". Se è vero, come sembrerebbe, che Faraday sia morto, al posto del nipote che uccide il nonno sradicando in tal modo la stessa possibilità della propria esistenza, qui abbiamo la madre che uccide il figlio prima che egli nasca...

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  3. assolutamente magnifica la suggestione che proponi sul finale della sesta stagione di lost..gli autori hanno più volte detto che non sarebbe stato un finale alla "soprano" (sipario che si chiude a scena ancora in corso), ma che ci si doveva aspettare una "fine dolce-amara"..e, a mio parere, una conclusione del genere lo sarebbe senza alcun dubbio!
    vorrei però rispondere a mitris in merito al paradosso della morte di faraday: daniel va a morire nell'anno 1977, periodo in cui lui è già nato da un pezzo! non dimentichiamoci che nel 1996 è già professore a oxford..e che, sempre nel 1977, ha parlato ad una charlotte bambina (che non può essere più giovane di lui)!
    quindi la possibilità della sua esistenza è al sicuro, appunto perchè è già nato! e, per quanto riguarda i viaggi temporali in lost, noi sappiamo che non funzionano col meccanismo di ritorno al futuro..ovvero che nè le foto, nè i personaggi scompaiono (dialogo tra hurley e miles). In lost è possibile il paradosso del viaggiatore temporale che incontra la sua versione più giovane (in ultimo è capitato a Miles) e che può anche andare a morire nel suo passato.

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  4. Se è già nato non lo so, le età non coincidono nel lasso di tempo 77 96 07 (?) per vari personaggi ma, ammettendo anche che sia nato, il concetto non cambia. Come la si gira e la si volta, la questione è sempre la stessa: uno stesso ente non può essere e allo stesso tempo non essere (quindi, la sua esistenza è fottuta!) neanche per la fisica dei quanti... che poi sia piacevole da un punto di vista narrativo è un altro discorso.

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  5. Can it evade Hawking's chronology protection conjecture?

    La risposta, al momento, sembrerebbe essere: NO!

    E' interessante, anche, vedere come i protagonisti della vicenda abbiano iscritto nel loro (cog)nome il proprio destino: Faraday e Hawking.

    Faraday è legato al concetto di costante. Il successo dei suoi esperimenti è legato alla costante. Non poteva che finir male, per il povero Daniel, cercando di affidarsi ad una variabile. (ammesso che sia realmente morto. Sino alla prossima puntata, il caro Daniel potrebbere essere vivo, morto o X!)

    Hawking è legata al concetto di censura cosmica.
    E così tocca a lei uccidere colui che vorrebbe tentare di mutare il passato. Anche se il "crono-vandalo" è suo figlio. Fin da quando l'abbiamo incontrata, il suo operato è stato di "temporal policeman".

    Infine ... magnifico rimembrare ancora quel tempo ...

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  6. ragazzi, si possono discutere i podcast?
    perchè gli autori hanno rilasciato dichiarazioni precise su faraday.

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  7. Devo ancora ascoltare il podcast di ieri, comunque, sì, se ne può parlare: magari riporta testualmente i passi interessanti, che su Lostpedia non c'è nemmeno il transcript.
    Per Mitris: secondo me la morte del Faraday adulto contemporanea alla presumibile presenza del Faraday bambino sull'Isola non viola il principio di non contraddizione. Come non la viola la morte di Charlotte adulta, mentre la sua controparte bambina si dondola sull'altalena. E come non la violerebbe un'eventuale morte di Miles adulto, col Miles bambino nei paraggi. Il viceversa sarebbe problematico, piuttosto.

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  8. ... infatti è secondo me il ragionamento che hanno fatto gli autori: per non esserci "contraddizione" uno dei due "identici" deve morire. Il problema, però, è che "il principio di non contaddizione" non ha a che fare con la vita e la morte, ma con l'essere, l'esistenza e le sue possibilità. In parole povere, non è sufficiente l'eliminazione di uno dei due identici "aposteriori", poiché l'impossibilità della loro compresenza è "apriori". A mio parere, dunque, visto che il sottotitolo del Blog è "Fisica e filosofia in Lost", questo è un errore filosofico.

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  9. credo che faramir si riferisse alla morte della versione adulta come non violazione del principio di non contraddizione. la versione adulta è un viaggiatore temporale nel suo presente, aperto quindi a tutti i potenziali sviluppi futuri relativi alla sua vita (e morte).
    la versione giovane, invece, appartiene al tempo passato e, in virtù del fatto che la sua vita è proseguita fino al 2004 (timeline lineare, senza ritorni sucecssivi al passato), quella non può morire (pena azzeramento anche della versione viaggiatrice temporale).
    riguardo al podcast, lindelof e cuse hanno confermato la morte di faraday, sostenendo che "la missione" di daniel influenzerà le decisioni di jack.

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  10. ... questa è la loro struttura narrativa. Io invece dico che ci sono frangenti in cui "le due versioni" (giovane e adulta) s'incrociano (condividendo la medesima coordinata spazio-tempo) e ciò sì che vìola il suddetto principio. Anche l'eliminazione di uno dei due "identici" ne presuppone una già avvenuta la compresenza

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  11. Effettivamente il filmato del Comic Con 2007, con i conigli nell'Orchidea, lasciava intendere che le diverse versioni non dovessero - pena catastrofi ontologiche - avvicinarsi troppo, ossia condividere la stessa posizione nello spazio-tempo. Io sono portato a pensare che le due versioni *non* siano il medesimo ente (del resto non stiamo parlando di particelle puntiformi) e che dunque il principio di non contraddizione sia *sempre* al sicuro: non ritengo quindi che l'eliminazione di una delle due sia un modo per proteggerlo... anche se vedo Miles mooolto a rischio (non ho ancora visto la 5x15: è una boutade, la mia).

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  12. Se non si tratta del medesimo ente (ovviamente gli enti non sono solo le particelle puntiformi!) allora uno dei due "identici" non è Miles, non è Faraday etc... il che però sarebbe contraddittorio con la struttura drammatica dello spettacolo.

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  13. Intendo dire che di una particella puntiforme puoi confrontarne due versioni di tempi diversi e dire che sono lo stesso ente, perché la loro struttura non è funzione del tempo. Di una persona, che *cresce* col tempo in senso fisico e psichico, due versioni in tempi diversi non sono più lo stesso ente perché sono decisamente funzione del tempo. In questo senso, più che del principio di non contraddizione, vale la pena di parlare del principio di esclusione di Pauli: e infatti, per dei fermioni puoi parlare di enti identici, ma per delle persone (anche per la stessa persona in tempi diversi) non si dà mai *identità*.

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  14. La discussione si fa interessante ma forse è il caso di precisare cosa è "ente" per l'ontologia. L'ontologia pensa l'ente in senso rigoroso e così facendo pone in essere il "principio di non contraddizione", su cui tutto si fonda.

    Ente, in senso rigoroso, è tutto ciò che è essente, esistente (dalla particella alla persona) è la traduzione prima latina poi italiana del greco "upochéimenon", letteralmente "ciò che è e sta sotto", a volte nei testi latini è tradotta come "substantia". L'ente è dunque ciò che permane sotto il cambiamento (ad es. noi diciamo che Miles è prima piccolo, poi cresce e diventa grande), - ciò che permane è l'ente-Miles. L'ente è l'identico che sostiene lo stesso divenire. "La persona che cresce" è l'ente (upochéimenon) che "sostiene" i mutamenti (infanzia, gioventù, etc.). Questo rappresenta l'identità dell'ente e la sua duplicazione vìola il principio di non contraddizione, consumando, fino a prova contraria (persino Platone ci provò, secondo me, senza successo!) un grave errore filosofico.

    PS. Io non lo so, ma se Pauli sostiene veramente quel che dici usa il termine "ente" in senso improprio o quantomeno derivato; ma così facendo è chiaro che non se ne coglie il significato, né si coglie il senso profondo del principio di non contraddizione.

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  15. No, sono io a usare il termine ente in senso non rigoroso (io pensavo all'insieme degli accidenti, non alla sostanza), mentre Pauli parla di fermioni, non di enti. Accidenti a te, sostanzialmente!
    PS. In Lost vale dunque il principio di esclusione ma non quello di non contraddizione!

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