Oggi, dunque, grazie a Faramir, diventa assai stimolante ritornare a riflettere su ciò che in fondo (seppur nel passare delle stagioni televisive con inaccettabili tradimenti da parte degli sceneggiatori e di abbandoni delusi da parte di più di qualche fan) tanto ci aveva conquistato, entusiasmato, illuso e... e poi aggiungete il vostro aggettivo preferito legato al campo semantico del sogno.
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Tali sfolgoranti premesse che, seppur in modo contraddittorio ci hanno condotto per mano fino alla sesta stagione e al suo finale visionario, permettendo così agli sceneggiatori di spaziare dalle sublimi vette di puntate memorabili su amore e spazio tempo a digressioni francamente inutili su tatuaggi e fenomeni paranormali, sono così riassumibili: creare una comunità è una necessità umana, sia per sopravvivere nella vita terrena che per vivere oltre la morte. E senza una vera cooperazione tra tutti non è possibile farlo, altrimenti vivere insieme senza una vera consapevolezza della comunità ci farà ineluttabilmente solo morire da soli.
Il 23 maggio 2010 andò in onda in contemporanea mondiale l'ultima puntata di Lost. A dieci anni di distanza mi ritrovo a rispolverare la lavagna...
... per ritornare a riflettere (il nostro pensiero) e soprattutto a scegliere come declinare concretamente (le nostre azioni) la nostra idea di cooperazione... in giornate come queste non mi sembra poca cosa...
... per vivere insieme e non morire da soli...
... l'aula è (ri)aperta a tutti.
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