sabato 17 ottobre 2009
Zeitgeist
martedì 23 giugno 2009
Das Glasperlenspiel
Un modo meno evidente di autodeterminazione del futuro
Mentre il primo caso è piuttosto frequente in Lost, e si esplicita senza timori nel momento in cui si assiste a veri e propri skip di viaggiatori temporali nel passato, il secondo caso è meno lampante. In mezzo alle diverse visioni avute da Desmond dopo l’implosione della stazione Swan, che funzionano tutte in modo simile – ovvero Des vede il futuro e, nel caso della morte di Charlie, decide di contrastarlo e provare a cambiarlo – ce n’è una che segue uno schema diverso: la visione confusa che preannuncia a Desmond la catena di eventi che porterà a trovare Naomi appena paracadutata è un presupposto indispensabile alla stessa realizzazione di quegli eventi, compresa la quasi-morte di Charlie (Des anche stavolta non lo lascia morire però lo porta comunque nel punto di morte, affinché si realizzi ugualmente la visione). Senza quella visione, Desmond non avrebbe mai pensato di organizzare quel finto pic-nic e non avrebbe mai saputo cosa fare una volta sulla spiaggia, e quale via seguire nella foresta. Dunque è il futuro che, proprio preannunciandosi, può generare se stesso, attraverso una forma immateriale di interazione causale reciproca con il passato.
Ma questo stesso meccanismo in realtà si era già manifestato in precedenza, quando il veggente Malkin ha visto il futuro di Claire: Malkin, avendo una visione anticipata delle sorti di Claire (probabilmente ha visto Aaron nelle mani di Kate off-island), sapeva che l’unico modo per tenere uniti Aaron e Claire fosse l’isola, e per questo l’ha spinta sull’815 con una scusa, e così anche in questo caso il futuro si è preannunciato nuovamente per autodeterminarsi. Ironia della sorte però, l’isola in tal caso non basterà a tenere uniti Claire e suo figlio. La questione qui è controversa, perchè bisognerebbe chiedersi cosa abbia visto Malkin esattamente, visto che anche sull'isola Aaron correrà non pochi pericoli. Senza però voler indagare le dinamiche narrative, è sicuramente anche questo un caso di interazione immateriale fra futuro e passato.
venerdì 8 maggio 2009
Only fools are enslaved by time and space
E ad un certo punto, tutto mi è parso più chiaro.
Alla fine oramai della fifth season, la frase che per me ha rappresentato un tormentone, ha preso finalmente la sua giusta collocazione, il suo colore appropriato divenendo meno eterea.
“Only fools are enslaved by time and space”; un leitmotiv che mi ha accompagnato costantemente con le mille sfumature che di volta in volta lo show mostrava all’impavido telespettatore.
Oggi finalmente il mio plauso va agli autori che, sebbene siano inevitabilmente incorsi in qualche peccato di presunzione scivolando su alcuni paradossi, sono riusciti comunque a giocare con lo spazio-tempo in maniera tuttavia originale.
Un po’ perchè la storia si dipana mostrandosi mediante due piani temporali in movimento parallelo, ma soprattutto perchè coordinate spazio-temporali contenenti eventi e personaggi si incontrano e si scontrano, svilendo miseramente la percezione lineare del tempo che la nostra condizione ci offre.
E’ così che il mio presente si imbatte nel tuo passato condizionandolo e risolvendolo, creando in te un ricordo di me in anni, ragionando in termini consequenziali, nei quali probabilmente non sarei manco dovuto essere nato; ma affichè tutto ciò accada bisognerà attendere che io nasca e che ad un certo punto del mio “tempo lineare”, coordinate spazio-temporali apparentemente lontane (se seguissimo una time-line) si fondano. Un geniale rincorrersi nella trama del tempo, un grosso cane che si morde la coda, un immenso cerchio.
Badiamo bene però, non si tratta assolutamente di creare ponti di interazione tra due epoche inscritte su di una linea, nonostante gli inganni proposti dalla nostre percezioni; si tratta piuttosto di ammettere che il melting-pot quadrimensionale di Minkowski funziona e senza tenere per nulla conto di quale anno convenzionale sia per noi.
In un contesto simile, parole come time-line, allineamenti temporali, date ed ore perdono completamente significato ed hanno il solo scopo di dare un ordine alle cose secondo le nostre convenzioni ; con ciò non voglio dire che vadano snobbate, non fosse solo perchè ci semplificano i ragionamenti, ma è necessario che si utilizzino queste grandezze con la consapevolezza del fatto che non corrispondano ad una realtà oggettiva o quantomeno alla realtà che muove e ordina i corpi nell’universo.
La stessa sapiente consapevolezza che gli autori hanno fin qui utilizzato creando loop temporali, non solo in termini di probabile reiterazione degli eventi, ma soprattutto in relazione ad eventi “futuri” che condizionano quelli “passati” e viceversa, estremizzando il concetto, fino a condurre John Locke ad agire per “conto terzi” su se stesso.
L’immaginaria linea del tempo viene scomposta in elementi sempre più piccoli, infinitesimali e gli stessi elementi si mescolano tra loro creando situazioni paradossali ma teoricamente possibili secondo i rudimenti di fisica relativistica.
Un invito quindi, ad aprire la mente verso un nuovo concetto di tempo più vicino alla realtà. E’ questo, che a mio parere, rende ancora più unico questo show movie, il tentativo di rendere fruibili concetti e tesi di “nicchia” accessibili di solito ai soli addetti ai lavori, la volontà di divulgare ed in qualche modo di far cultura su argomenti assolutamente ignoti ai più; e tutto ciò partendo da una affermazione che ha il sapore di un monito: “Only fools are enslaved by time and space”.
venerdì 1 maggio 2009
É parte do plano, meu amigo, é tudo parte do plano
martedì 28 aprile 2009
Here we go
mercoledì 15 aprile 2009
Smokey rings*
mercoledì 8 aprile 2009
Medice, cura te ipsum
lunedì 30 marzo 2009
The timelines they are a-changin'
lunedì 23 marzo 2009
Nama... what?
domenica 15 marzo 2009
Jump like an egyptian
sabato 28 febbraio 2009
They came in through an event window
Appurato che Locke è stato sbalzato nello stesso luogo di Ben, ma in un tempo diverso, apprendiamo che il suo tentativo di convincere gli O6 a tornare è stato molto più breve di quanto potessimo immaginare, proprio a ridosso del we have to go back del finale della terza stagione (databile a questo punto inizio 2008). La cosa stride alle orecchie di chi si era immaginato tre anni, e non pochi giorni, di tentativi da parte di Locke - un po' come avvenne l'anno scorso con Meet Kevin Johnson, in cui si scopriva che l'andata e ritorno di Michael aveva davvero del fulmineo, soprattutto tenuto conto di tutto quanto gli capita off-island. Esigenze di compressione narrativa o qualcosa ci sfugge? Non sorprendiamoci se la seconda si rivelasse l'ipotesi giusta... quando si parla di tempo, in Lost, qualcosa ci sfugge sempre.
Evidentemente i Losties che skippavano qua e là nei primi episodi (Juliet, Miles, Faraday, Charlotte, Sawyer, Jin, non più Locke) in quell'epoca ci sono arrivati ben prima, per consentire a Jin di ambientarsi così bene: non è dunque lo stesso flash a condurre i Losties dal passato e gli O6 (continuiamo a chiamarli così, anche se per ora ne abbiamo solo tre) dal futuro in quell'epoca.
- Locke, nel lontano passato dell'Isola (il pozzo non è stato ancora costruito, ricordate?) muove la ruota e viene scagliato nella Tunisia del 2008;
- lo stesso movimento di ruota sposta i Losties nel 1980 dell'Isola, dove si stabilizzano, con almeno Jin che viene assoldato dalla Dharma;
- Locke non riesce a convincere gli O6 a tornare e viene ucciso da Ben, tutto nel giro di pochi giorni del 2008 off-island;
- gli O6 in qualche modo vengono assemblati da Ben sul volo Ajira 316, insieme al cadavere di Locke e partono verso Guam;
- un fenomeno elettromagnetico costringe Lapidus a un atterraggio di fortuna sull'Hydra Island, in quello che è una non meglio identificata epoca per l'Isola;
- durante il fenomeno, un flash analogo a quello degli skip sposta gli O6 (ma non Locke, Ben e Lapidus) nell'epoca Dharma in cui sono stanziati i Losties.
Qual è l'origine di questo flash? Non è uno di quelli che caratterizza gli skip precedenti, per due motivi:
- gli skip si dovrebbero essere fermati con l'intervento di Locke alla ruota;
- il flash viene percepito anche dagli altri passeggeri del 316, cosa che accade solo ai giri di ruota, non agli skip intermedi (cfr. il post Cookie Desmond)
Gli O6 sono stati effettivamente tre anni off-island, ma da quando sono partiti gli skip all'arrivo di Locke nell'Orchidea, i Losties hanno vissuto solo quattro giorni, lo dice Locke stesso a Widmore. D'altra parte, non sappiamo quanto tempo siano stati nella Dharma, al momento del ritorno di Jack, Kate e Hurley, ma potrebbe essere stato un tempo non particolarmente lungo: giusto il tempo di farsi assumere.
Resta da capire invece gli altri 316ers in che epoca siano atterrati: potrebbero non essere passati nemmeno in questo caso tre anni, sull'isola, dal giro di ruota di Ben all'atterraggio del 316. Anzi, per economia di ipotesi, potremmo immaginare che il flash colto in volo sia quello che segnala la riapparizione dell'isola dopo il giro di ruota di Ben, e dunque l'event window calcolata dalla Hawking. In tal caso, off island è il 2008, ma on island i sopravvissuti del 316 si ritrovano immediatamente dopo l'inizio degli skip dei Losties.
Il procedere a salti ha del resto più del quantistico che del relativistico, e forse un celeberrimo topos quantistico potrebbe essere la spiegazione dell'apparente resurrezione di Locke: pensiamo al gatto di Schrödinger, che è vivo e morto contemporaneamente finché non viene osservato, finché non viene aperta la scatola in cui si trova. Una scatola, in cui tutte le possibilità sono equiprobabili: la scatola di Schrödinger, appunto.
Riascoltiamo Ben in The man from Tallahassee: