Durante il percorso abbiamo incontrato più di una siepe "che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude" . Stiamo per oltrepassare l'ultima siepe.
Il pilota è stato sostituito all'ultimo momento. Ma questo i passeggeri non lo sanno. Sono convinti di volare verso una direzione ed invece vanno verso un'altra. L'aereo si spezza, in volo, e i passeggeri atterrano in un'area apparentemente inesplorata. Inspiegabilmente certe regole, del mondo ai quali i passeggeri sono abituati, non valgono in questo luogo. Tra di loro c'è anche una donna malata, molto malata. In questo luogo il suo male è andato via. Inizialmente i passaggeri desiderano ritornare alla civiltà ma, in qualcuno, comincia a prendere vita il desiderio di rimanere in questo luogo misterioso.
In questa isola, estranea al mondo, vivono da tempo alcune persone. Descrivono la loro società come un oasi di felicità. Una sorta di Shambhala. A capo di questa società c'è un misterioso uomo. Vive in questo luogo da moltissimo tempo. Ne è il custode, il suo compito è quello di preservare l'integrità di questa isola felice. Ma sente che si sta avvicinando la sua fine. Deve trovare qualcuno che continui la sua opera. Ha bisogno di un sostituto. Questo misterioso uomo rivelerà, in seguito, che l'areo non è caduto casualmente in quel luogo. Non è stato un incidente. Tutto era stato pianificato perchè, il misterioso uomo, potesse - tra i passaggeri dell'aereo - trovare un degno sostituto. Tra i vari candidati il misterioso uomo individua il suo sostituto. Ma il cosiddetto sostituto non sembra comprendere l'importanza di quel ruolo. Alcuni sostengono che tutta questa faccenda, "il proteggere" questo luogo, sia una bugia, una storia senza senso. E così alcuni, compreso colui che in teoria dovrebbe essere il primo a voler restare, se ne vanno. Non è stato facile allontanarsi da quel luogo e, contrariamente a quanto ipotizzato, la vita fuori da quel luogo non è affatto bella. Anzi. Qualcuno tra di loro si convincerà del fatto che, per porre fine a questo incubo, la miglior via sia quella del suicidio. Poi arriva il ravvedimento. E colui che in principio non aveva voluto credere all'importanza di quell'isola felice, decide che deve assolutamente tornare indietro. Non sarà facile tornare indietro. Vedremo scintillare i suoi occhi quando rivedrà all'orizzonte quel luogo ... deciderà finalmente di accettare il suo ruolo?
Frank Capra non lo rivela. Fine della storia. Lascia aperto il finale. Spetterà al pubblico decidere. Sì, fine della storia ... perchè la storia che vi ho appena raccontato è la trama di Lost Horizon, un film tratto da un omonimo romanzo. E' del 1937, la regia è appunto di Frank Capra.
Più volte abbiamo definito, Lost, mito contemporaneo. Il mito "è dunque sempre il racconto di una "creazione": si narra come qualcosa è stato prodotto, come ha cominciato a essere" .
Ma, come spesso accade, troviamo miti simili in differenti culture. La differenza risiede nella narrazione. Così anche in Lost. La narrazione degli eventi, durante queste stagioni, ha ricordato - a molti di noi - letture, film, racconti già esplorati. Prendiamo ad esempio le recenti vicissitudini, isolane, di Desmond. Quelle legate al pozzo. Il pozzo che molti conoscono è quello legato alla leggenda di San Patrizio. Una leggenda famosa e molto conosciuta. Si parla di un pozzo, profondissimo, al termine del quale vi sarebbero state delle porte su un altro mondo. La leggenda narra che questo pozzo fosse situato su una piccola isola.
Quindi, in teoria, nihil novi sub sole. Ma non è così. L'utilizzo di un determinato elemento, già noto, fornisce allo spettatore (attento) una ulteriore chiave interpretativa. Instilla nello spettatore un dubbio, il dubbio che quel dato elemento sottintenda molto di più.
Sempre in tema di pozzo, questo elemento richiama alla mente anche il racconto "Il pozzo e il pendolo" di Edgar Allan Poe. Desmond appare, per alcuni tratti, come il protagonista del sopracitato racconto. Per sfuggire alla sorte che un pendolo vorrebbe presentargli, finirà all'interno di un pozzo. Sembra una fine ma, in realtà, il precipitare dentro al pozzo si rivelerà essere la salvezza. Così almeno accade nel racconto. Stessa sorte di salvezza anche per Desmond? Lo vedremo prossimamente ma credo che la risposta sia: sì.
Anche in questo caso niente di nuovo sotto il sole ma ... comprendiamo, tramite l'elemento conosciuto (il racconto), che il pendolo e il pozzo in realtà rappresentano un passaggio obbligato per la salvezza di tutto quanto sia caro a Desmond.
Per quale motivo ho voluto raccontarvi tutto ciò? Perchè questo è ciò che Lost mi ha dato in questi anni. Tante, innumerevoli scatole cinesi da aprire, sapendo che - di volta in volta - avrei trovato sempre una scatola più piccola ... sì piccola ma così carica di preziose informazioni! Perchè la narrazione è sempre stata doppia. Storia dentro la storia. Anche le più piccole informazioni, (livello basso), erano necessarie per comprendere l'intera storia cornice (livello alto) che le racchiudeva.
Here we go. Ci siamo. Stiamo per vedere l'orizzonte. Le poche puntate che ci separano da questa vista saranno per me ... un sofferto e lunghissimo addio ...