lunedì 30 marzo 2009

The timelines they are a-changin'

Con il più classico dei cliffhanger, Lost ci lascia, al termine della decima puntata della quinta stagione, He's our you, con il dubbio se davvero quel che Faraday sostiene - e che dà il titolo al prossimo episodio, Whatever happened, happened - sia sempre verificato o non sia piuttosto da considerare una pia illusione.
Le auree regole della televisione, in particolare quella americana - secondo cui anche il più apparentemente morto dei protagonisti in realtà non è spacciato - ci fanno propendere per la sopravvivenza del giovane Ben al colpo a tradimento del sempre più disorientato Sayid. Non ultimi, rafforzano questa impressione gli stessi autori dello show, i quali hanno attentamente usato, per tutto il podcast ufficiale seguito all'episodio, il verbo to shoot invece di to kill, lasciando anche intendere che Sayid abbia scritto accuratamente il passato di Ben, che sarebbe diventato quello che conosciamo come uno spietato e spregiudicato manipolatore proprio a causa dello sparo dell'iracheno. Sono in molti poi a sostenere che a prendersi cura del ferito sarà l'amorevole Juliet, della quale l'adolescente si innamorerà perdutamente - e inevitabilmente - e che quindi vorrà anni dopo sull'Isola perché le ricorda... lei stessa (e non la madre, come in molti - schiavi dell'edipically correct - avevano supposto, all'accenno da parte di Harper Stanhope). Ma qui entriamo nel territorio - che sappiamo minato - delle speculazioni gratuite.
Atteniamoci ai fatti, secondo l'approccio che abbiamo sposato finora. Se Ben morisse davvero, che cosa potrebbe significare? Sicuramente non una sparizione istantanea del Ben adulto dall'accampamento dei 316ers, che non si ricorderebbero più di quel passeggero malconcio, venendo la loro storia riscritta senza di lui. Ma non verrebbe riscritta la sola storia di coloro i quali gli erano vicini nell'ultimo viaggio, bensì cambierebbero istantaneamente i ricordi e le vite degli ultimi trent'anni di tutti coloro - e sono tanti - che hanno avuto a che fare con Ben. Troppo Ritorno al futuro: ipotesi da scartare.
E se invece il Ben che conosciamo fosse morto a dodici anni, e dunque già morto nel momento in cui Sayid lo portò al campo, presentandocelo come Henry Gale from Minnesota? Morto tanto quanto è morto Christian Shephard, oppure John Locke, e forse anche Claire: un morto che si ostina a girare molto fisicamente per l'Isola. Anzi, qualcuno che proprio per il fatto di essere morto può vantare un diritto a diventare leader degli Altri. Guardiamo alla parabola esistenziale di Ben e di Locke: entrambi figli prematuri (incidentalmente di due Emily), entrambi sottoposti alla prova del parricidio, entrambi - forse in ragione di queste condizioni - destinati a prendere la guida degli Altri. E se la condizione ulteriore e irrinunciabile fosse quella di morire? Ben l'avrebbe assolta precocemente, e per quello forse Alpert ha creduto di riconoscere in lui il predestinato, all'epoca dello sterminio della Dharma Initiative. L'ipotesi di Ben morto-già-e-non-ancora non vìola comunque la conservazione della timeline, che - pur fondata su petizioni di principio - non viene modificata, ma scritta una volta e per sempre dai suoi protagonisti del futuro. E' sicuramente affascinante l'idea che Ben possa essere sempre stato morto, dacché abbiamo cominciato a seguirne le discutibili gesta. Troppo Sesto senso? Forse no, ma potremo esprimere un parere solo quando capiremo qualcosa in più del criterio con il quale alcuni morti tornano a circolare indisturbati per l'Isola e ad interagire con i vivi - augurandoci risposte meno evasive di quelle di Ron D. Moore a proposito di Kara Thrace (che hanno irritato non pochi fan di Battlestar Galactica).
Ultime note. Al momento del failsafe, erano lontani dalla botola Jack, Kate, Sawyer, Hurley (prigionieri degli Altri), Sun, Jin, Sayid (sulla barca in zona-piedone): che Ben si sia curato di tenerli alla larga dall'implosione proprio perché sapeva che loro sarebbero stati quelli che avrebbero scritto la sua storia? Ma allora quando il piccolo Ben conoscerà Sun? La celebre Purge avverrà quindici anni dopo gli eventi a cui stiamo assistendo - nel 1992, se ipotizziamo che l'Isola non schizzi in avanti nel frattempo. Probabilmente i nostri Losties non la vedranno in diretta, perché qualche incidente, che avverrà prima del 1980 (a giudicare da quanto afferma Pierre Chang, che improvvisamente comincerà a presentarsi con pseudonimi, nei primi filmati di orientamento che abbiamo visto durante la seconda stagione), li riporterà altrove (se non altro nel tempo), magari a ricongiungersi con Sun e i 316ers. Ma in che epoca avverrà questo ricongiungimento?

lunedì 23 marzo 2009

Nama... what?

Nel nostro tentativo di dare forma al grande puzzle che è Lost, con l'ultima puntata, Namaste, troviamo i due pezzi che mancavano alla parte che riguarda gli O6: uno, Sayid, dove ce l'aspettavamo, ossia nei pressi della Flame Station del 1977 (o comunque di quello che off-island è il 1977); l'altro, Sun, dove (cioè quando) non pensavamo di trovarla. Al di là delle didascalie Thirty years later - che ormai rischiano di confondere più di quanto non chiariscano - Sun è atterrata sull'Hydra Island con Lapidus, Ben e Locke, e come loro non è stata affetta dallo spostamento temporale che invece ha colpito (nel flash che anche gli altri passeggeri hanno percepito) gli altri quattro degli O6. 
Prima di passare a chiederci che epoca sia per lei e i 316ers, chiediamoci perché lei - unica tra gli O6 - non fosse destinata all'epoca Dharma. Invocare una clausola di protezione temporale - per cui l'Isola vorrebbe evitare la presenza contemporanea di due Sun su di sé - implicherebbe che lei lì ci sia già stata. In che forma? In quanto piccola figlia Other di un Paik attivo tra gli Ostili a quell'epoca - ma gli Altri parrebbero aver sempre avuto problemi a dare alla luce dei bambini - oppure figlia del dottor Chang - ma allora sarebbe addirittura più giovane di Charlotte (non che Ethan se li porti bene, i suoi anni...)? Difficile sposare, almeno oggi, uno di questi scenari.  Eppure qualche senso questa disparità di trattamento deve avercelo, e non ce la caveremo col dire - come ormai è di moda con Desmond - che lei è speciale...  L'Isola - questa entità che ormai assomiglia più all'Autore che non a un Personaggio - ha una missione da far compiere a Sun, qualcosa che connetta il passato, in cui si ritrovano suo marito e gli altri ex-compagni di sventura, al presente di un'Isola che appare popolata di fantasmi e mostri e sempre più svuotata di esseri umani. Sun sarà l'ennesimo deus ex machina che l'Isola-gattopardo userà per cambiare tutto affinché nulla cambi? Un nuovo giro di ruota, forse. 
Ma poi, qual è questo presente? Se fino a qualche puntata fa si poteva supporre che l'Ajira 316 fosse atterrato nello stesso giorno in cui era partito - e dunque in qualche data tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008 - dopo aver visto il repentino passaggio dalla notte al dì durante la fatale turbolenza, e aver udito per un attimo i numeri alla radio di bordo, ebbene, non possiamo più supporre alcunché. Che futuro è quello in cui i locali dell'accoglienza reclute presso il molo sono distrutti, il Fumo Nero si aggira indisturbato, Christian Shephard mostra foto alla Shining e una donna bionda (Claire?) si intravede nell'oscurità? Quanto tempo è passato dal giro di ruota di Ben? C'è già stata la guerra preannunciata da Widmore a Locke? Lo capiremo meglio se e quando vedremo qualche Other interagire con Sun e i suoi coevi. 
Intanto rimane il mistero di Christian, vivo e morto allo stesso tempo - oppure mai morto davvero: il mistero è lo stesso della apparente resurrezione di Locke, ed è qualcosa che riguarda la fisica quantistica, non certo le guarigioni miracolose. Una fisica quantistica che per una licenza poetica viene presa alla lettera, parlando di una scatola chiusa dove un gatto è contemporaneamente vivo e morto. L'osservatore, nell'esperimento/paradosso di Schrödinger, determina lo stato di vita o di morte del gatto, stato che è indeterminato (una mescolanza dei due, in realtà) finché questo osservatore non apre la scatola. Se Christian è il gatto, chi è allora l'osservatore?

domenica 15 marzo 2009

Jump like an egyptian

La linearità della narrazione pareva essere diventata merce rara, in Lost, e qualcuno cominciava a sentire la mancanza di un episodio davvero character-driven. Puntuali come solo gli autori di Lost sanno essere, ecco che ci servono allora una puntata che può aspirare ad essere tra le migliori di tutta la serie, oltre che agevolmente tra le migliori della quinta stagione finora, per lo sviluppo e la credibilità della relazione tra personaggi. 
LaFleur è però anche un limpido esempio di come si possa esser chiari e facilitare la comprensione di quanto sta accadendo a livello di timeline e di skip temporali, senza bisogno di infodump un po' spiazzanti come quello della signora Hawking. E' bastato infatti far dire ai nostri skippers che l'ultimo flash era qualcosa di diverso dai precedenti, per confermarci nell'ipotesi - formulata un po' di tempo fa - secondo cui skip e giri di ruota sono fenomeni distinti. 
Il giro di ruota di Locke, effettuato in un'epoca remota in cui la statua dal piede a quattro dita era ancora intera e rappresentava qualche divinità egizia (un'epoca dunque in cui l'eyeliner andava di moda... singolare che Richard Alpert non sia inquadrato preferibilmente di profilo), ha avuto due effetti:
- scagliare Locke nella Tunisia del 2008;
- spostare - per l'ultima volta - i vari Sawyer, Juliet, Daniel, Miles (ma non il cadavere di Charlotte) in quello che gli abitanti di Dharmaville ritengono essere il 1974.
E' lecito supporre che lo stesso giro di ruota abbia spostato l'isola, analogamente a quanto fatto dal giro di ruota di Ben? La cosa è plausibile, ma il quando (e dove, se non vogliamo escludere spostamenti anche nello spazio) l'isola sia stata spostata è un problema per future speculazioni, in quanto è qualcosa sicuramente di scollegato da ciò che avviene ai Losties, a Locke e agli O6.
Gli O6 (in realtà intendendo con questa sigla ancora solo Jack, Kate e Hurley) sono apparsi sull'Isola in quello che - secondo la cronologia on-island della Dharma Initiative - è il 1977, ma per effetto - vale la pena ripeterlo ancora una volta - di un flash diverso da quelli corrispondenti agli skip a cui abbiamo assistito, poiché:
- gli altri passeggeri del volo 316 lo hanno percepito;
- non ci risulta alcun giro di ruota o skip nel momento del nuovo crash.
E' proprio vera quest'ultima affermazione? No, se ipotizziamo che quel flash corrisponda alla riapparizione dell'Isola dopo il giro di ruota di Ben. Se Ben ha spostato l'Isola nel futuro, per esempio di tre anni, questa potrebbe essere riapparsa con lo stesso flash che abbiamo visto alla fine della quarta stagione, ma senza i nostri Losties, in quanto già partiti per i loro skip. Chi resta sull'Isola per assistere a questo nuovo crash? Gli Altri, naturalmente, che hanno visto scomparire Locke davanti ai loro occhi, appena tornato dall'Orchidea, e se lo vedono atterrare col volo 316 sull'Hydra Island. Vivo. Per loro, il nuovo leader non è mai morto, non c'è discontinuità - né temporale né di esistenza in vita - tra il Locke vivo che accolgono e il Locke vivo che torna. Paradossalmente, non c'è discontinuità nemmeno per il Ben che gira la ruota e il Ben che atterra in fin di vita: per gli Altri on-island, gli eventi di tre anni off-island sono istantanei.
Ripetiamo: solo nell'ipotesi che il flash che si vede dal volo 316 (e che spedisce nel 1977 Dharma gli O6 per motivi che ancora rimangono difficili da spiegare) sia il segnale di riapparizione dell'isola dopo il giro di ruota di Ben. Ma è un'ipotesi sufficientemente economica che può essere azzardata, in questo momento della vicenda.
Se immaginiamo che i giri di ruota (almeno quelli effettuati in senso orario) spostino l'Isola sempre nel futuro, saltando a piè pari interi periodi di tempo off-island, dobbiamo concludere che il tempo che vive un abitante dell'Isola può coprire periodi anche molto lunghi di tempo off-island, scavalcati ad ogni giro di ruota. E' per questo che è necessario essere prudenti quando si danno delle date, sull'Isola: per la Dharma è il 1974, quando Sawyer e compagnia arrivano, ma ha senso dire che quello è il 1974, sull'Isola? No, ha piuttosto senso dire che in quel periodo l'Isola è allineata con il 1974 off-island, ma per l'Isola - in parole povere - potrebbero essere passati molto meno di 1977 anni da quando era allineata con l'anno di nascita di Gesù Cristo. 
E' una sensazione, ma potrebbe darsi la regola che i giri di ruota avvengano quando non ci sono altro che Altri, sull'Isola: gli unici osservatori autorizzati ad assistere allo spostamento parrebbero essere i Nativi e coloro che hanno accolto, negli anni. Che la crudele Purge sia stata perpetrata ai danni della Dharma Initiative anche per eliminare testimoni scomodi a questo fenomeno prodigioso? Assisteremo quindi ad un nuovo giro di ruota tra la Purge e il crash dell'815? Questa è probabilmente un'idea fin troppo azzardata. Quel che logica vorrebbe è, comunque, che interi tratti di tempo off-island siano scavalcati dal tempo on-island ogni volta che la ruota viene girata. Intere epoche del mondo che conosciamo, per gli abitanti dell'Isola, potrebbero essere trascorse in un solo battito di ciglia. Con l'eyeliner, naturalmente.

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